Oggi
il libro
24 Gennaio 2025 - 15:22
NAPOLI. «Questo libro ha l'intento preciso di parlare ai giovani. La politica serve e loro servono alla politica. Ringrazio il brillante giovane avvocato Gianlivio Fasciano per avermi suggerito il titolo, “Il garofano e la conchiglia”: il garofano simbolo del socialismo e la conchiglia che, portata all’orecchio, “echeggia” gli alti valori che lo sottendono e che mi ispirano da sempre. Ne parlo in questo prestigioso circolo della città che amo di più dopo Lauria. L’ho vissuta, insieme a mia moglie Agata che è tra noi stasera, non solo per gli studi universitari di medicina ma anche perché è stata il cuore della mia attività politica e istituzionale. Per 19 anni ho rappresentato al Parlamento Europeo Napoli come la capitale del Mezzogiorno e ho vissuto il nascere di un sentimento di tifoso della squadra di calcio cittadina, che conservo fortissimo tuttora. Ricordo che mio padre mi portava a vedere le partite allo stadio quando avevo 10 anni». Lo dice Gianni Pittella, già Senatore e Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo e attualmente Sindaco di Lauria, nel corso della presentazione del suo ultimo lavoro letterario. L’evento si è svolto al Circolo Canottieri Napoli, nel salone delle coppe “Carlo de Gaudio”, completamente gremito.
Sono intervenuti il presidente del sodalizio Giancarlo Bracale che ha ringraziato e salutato i presenti e un panel di relatori composta da il presidente della Regione campania Vincenzo De Luca, il produttore cinematografico, imprenditore e presidente della Società Sportiva Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis, l’imprenditore e presidente di Confindustria Campania Costanzo Jannotti Pecci, l’avvocato giuslavorista e scrittore Gianlivio Fasciano, la scrittrice Natalia Vacca. Ha moderato con competenza e professionalità l’avvocato specializzato in Public Affairs e Business Development Emilio Di Marzio.
«Mio padre era un grande medico che andava a fare le visite nelle contrade della cittadina lucana e mi portava con lui - continua Pittella - Avevo 10 anni e un giorno in una di queste mi trovai in un grande assembramento. La novità è che c'era una cabina telefonica pubblica mentre nelle case non c'erano il telefono. L’avevano chiesta i cittadini e la Democrazia Cristiana in campagna elettorale li aveva accontentati. Allora salii su una sedia di vimini ed esclamai: “ma non hanno messo i fili! Quando saranno finite le elezioni verranno a riprendersela”. Questo è stato l’ esordio della mia vita politica. Terminato il mio mandato di sindaco non mi candiderò più nelle istituzioni e ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza per chi vuole fare politica e dare qualche suggerimento. Lo sento come un preciso dovere e lo sto facendo in tutta Italia presentando questo libro. I giovani devono mettersi in campo, dire la loro e trovare i luoghi dove farlo. Non devono lasciarsi srumentalizzare, fare gli acchiappavoti ma studiare la politica che richiede impegno e approfondimenti».
Pittella informa che nel suo libro afferma che uno dei motivi fondamentali della crisi della politica è la perdita del rapporto con i cittadini. Le liste bloccate hanno defraudato il popolo del suo potere, del diritto di scegliere i suoi rappresentanti e questo non è democrazia. Per lui oggi c'è una grande sofferenza di perdita di identità anche a causa dei grandi sconvolgimenti e dei grandi movimenti di popolo, di etnie, di cultura. «Il cittadino vota a destra perché riceve una risposta più convincente al tema dell'identità, al tema della sicurezza legata anche all'immigrazione, al tema della transizione ecologica. Questa, in particolare, è pensata soltanto con un furore rivoluzionario che non ha senso perché se la si vuole fare seriamente occorre procedere lentamente e non “ammazzando” le imprese che sono il tessuto produttivo».
Nel libro l’autore affronta anche il problema della Finanza. «Dopo la caduta del muro di Berlino, dopo lo sconfinamento della globalizzazione c'è un connubio di potere straordinario tra Finanza e piattaforma digitale. Oggi le lobby finanziarie comandano il mondo insieme alle piattaforme digitali. L'Europa deve decidere che cosa vuole fare da grande. Se non realizzaia una vera politica estera, una vera politica fiscale, una vera politica sulla sicurezza è destinata alla fine».
Significativi gli interventi dei relatori. Riportiamo in sintesi quello della diciottenne scrittrice Natalia Vacca, ideale rappresentante dei giovani ai quali Pittella lascia il suo testimone. Il moderatore le ha passato la parola chiedendole se sia possibile che i giovani oggi abbiano un rapporto con la politica e se sia pensabile un villaggio al centro del quale non ci siano i like ma le persone. «Siamo una generazione particolare perché viviamo su due livelli cioè quello dei social e quello della concretezza. Ci troviamo estremamente frammentati e anche la politica la viviamo su un piano distante, trascendente - afferma - Noi vorremmo che le cose si aggiustassero ma siamo scoraggiati. Siamo considerati pigri, sempre col telefono in mano e vittime dei social. Non riceviamo rispetto e abbiamo grandi difficoltà a darlo. Siamo guardati con pregiudizio e ci chiudiamo o andiamo sui social, che sono strumento per trovare persone che abbiano le stesse idee, per trovare qualcuno con cui confrontarci ma queste persone spesse sono sparse in giro per il mondo e quindi è difficile trovare compattezza. Non sappiamo come si fa politica, non ci viene spiegato a scuola. Siamo anche consapevoli della disinformazione che ci arriva attraverso i giornali che sono facilmente manipolabili e a loro volta manipolatori. Poi dove fare politica, non lo sappiamo sicuramente, e perché farla. Vale la pena prendere randellate per non cambiare nulla? Io non ho proprio l'alfabeto per parlare di politica. Questo libro è un passaggio di testimone che l'autore fa alle giovani generazioni offrendo la sua esperienza come sostegno di un grande speranza riposta in noi ragazzi». Siamo certi che ne faranno sicuramente tesoro. Presente l’editore Guida
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